mercoledì 30 novembre 2011

Essere buoni

Adesso che Natale sta per arrivare, riflettevo sull'importanza di quanto diceva mia nonna quando ero bambina: "Devi essere buona, perchè Gesù Bambino altrimenti diventa triste" oppure "Sei stata buona con la mamma e con il papà? Altrimenti Babbo Natale non ti porta i regali!"....

Essere buoni...
Cosa signhifica?

Ho spesso pensato che essere buoni significasse non pensare male degli altri, non rubare, non fare del male agli altri di proposito, non fare i capricci ma fare il proprio dovere sempre nel miglior modo possibile; tutte idee che ho maturato attraverso un'educazione fortemente cattolica e basata su un forte senso del dovere e di giustizia.
Poi si cresce e ci si accorge che essere buoni non paga quasi mai.
Tu continui a essere buono perchè in fondo sei forte delle tue convinzioni e degli insegnamenti ricevuti e pensi che Babbo Natale verrà, che prima o poi ciò che hai fatto ti ritornerà.
La realtà insegna che purtroppo non é mai così....

Una volta cresciuta mi sono incattivita coi colpi presi dal destino,  maturando - senza accorgermene - l'incapacità di vedere il bicchiere mezzo pieno.
E man mano il mio viso ha preso a diventare triste, spento, imbronciato.
Davanti alle difficoltà ho reagito arrabbiandomi, prendendomela con il mondo, con tutti.
"Perchè mi succede? Non me lo merito!" ho pensato.
Spesso negli ultimi tempi ho creduto di essere diventata cattiva e la cosa mi ha fatto dispiacere, quasi orrore.

La realtà è che bisogna ascoltarsi e capire perchè certe situazioni ci mettono nella condizione di reagire con cattiveria. La società poi dovrebbe darci una mano...essere buoni quando si muore letteralmente di fame, non è facile per nessuno oggi.

Ad ogni modo su tutto resta il fatto che non essere buoni modifica il nostro aspetto e ci rende più brutti!
Thomas Stearn Eliot diceva infatti:

Pensate cose belle e buone, perché le dita dei vostri pensieri modellano senza tregua il vostro volto
....e credo proprio che avesse ragione! 

sabato 22 ottobre 2011

Lezioni di grammatica

Riflettendo su quanto sta succedendo negli ultimi tempi in Italia e nel mondo, mi sto convincendo sempre di più che la realtà per noi, generazione di trentenni cresciuti con i cartoni animati giapponesi, i fumetti di topolino e il timore delle malattie sessuali, sia sempre più a tinte fosche...
Nonostante mi ritenga molto più fortunata dei bambini di oggi, nati e cresciuti in una società stressata e sempre più individualista, noi tentenni siamo quelli che pagano più di tutti i problemi sociali di oggi: disoccupazione, sincretismo religioso e perdita dei valori e il brutto è che non siamo preparati, perchè la nostra infanzia è stata serena, tutto sommato...
Siamo quelli che si sono trovati in mezzo, con le crisi economiche globali, senza certezze per il futuro, senza lavoro, senza possibiltà di farsi una famiglia perchè abbiamo nelle tasche pochi euro, i gabbati dalla riforma scolastica e universitaria, quelli che se lavorano non vedranno mai una pensione (ammesso di arrivarci alla pensione), quelli che devono fare i conti con la fobia delle malattie di vari tipi (allergie, malattie sessuali, tumori che i nostri nonni nemmeno sapevano cosa fossero). Quelli che vorrebbero amore ma non sanno darlo, quelli che lo danno ma non sanno pretenderlo in cambio e vivono di sofferenze, quelli che non si impegnano per paura di soffrire, quelli feriti, quelli imbrogliati, quelli della guerra fredda ecc... 

Mi sembra che la nostra generazione a differenza di altre che potevi identificare in modo distinto, ad esempio la generazione del '68, i figli dei fiori, i paninari, non sia identificabile...Siamo quelli di mezzo. 
Generazione 1000 euro (se gira bene). Senza futuro.

Mentre riflettevo su questo, sulla bacheca facebook di una mia cara amica veniva commentata una vignetta che riassume il senso della mia riflessione. La sagacia di Mafalda non ha eguali. Credo che a te, Nia, piacerà molto....


sabato 17 settembre 2011

Non disprezzare

Non disprezzare il poco, il meno, il non abbastanza
L’umile, il non visto, il fioco, il silenzioso
Perché quando saranno passati amori e battaglie
Nell’ultimo camminare, nella spoglia stanza

Non resteranno il fuoco e il sublime, il trionfo e la fanfara
Ma braci, un sorso d’acqua, una parola sussurrata, una nota
Il poco, il meno il non abbastanza.



(Stefano Benni)




Mi piace questa piccola poesia, mi fa pensare che nel mondo c'è posto per tutto.
Anche per quello che sembra piccolo, anche per quelli che, a torto, pensano di essere "non abbastanza".


Buon week end...

giovedì 25 agosto 2011

Tragico rientro

E' sempre così....
come svegliarsi in preda all'ansia, al caldo, o ai brividi di freddo o col mal di stomaco!
Il rientro al lavoro è sempre tragico...
Mi sento un bradipo oggi e ovviamente sono riuscita a scrivere appena poche righe di un progetto che sto seguendo, a malapena sono riuscita a risolvere alcuni compiti che si erano accumulati durante le ferie e in più sono al 4° caffè della giornata, ma della carica necessaria, nemmeno l'ombra....

A parte l'afa, a parte che non vedo il mare nè la spiaggia tutti i giorni, a parte la nostalgia degli amici e dei parenti, son contenta di essere ritornata!!
Sembrerà un paradosso, ma dopo un pò non avere le tue cose intorno, i colori della tua casa, le tue abitudini, sfasa il ritmo e l'umore; per cui son contenta di essere tornata in città.

Basterebbe solo che la notte facesse meno caldo, giusto per evitare un bagno di sudore....

venerdì 5 agosto 2011

Buone vacanze!!!

"Non c'è che una stagione: l'estate. Tanto bella che le altre le girano attorno. L'autunno la ricorda, l'inverno la invoca, la primavera la invidia e tenta puerilmente di guastarla."
(Ennio Flaiano)


 ....E allora, non ci resta che goderci le vacanze!!!

Buona estate a tutti.

martedì 12 luglio 2011

A volte ritornano

Sembra il titolo di un film o di un libro...
Una frase trita e ritrita, detta tantissime volte, distrattamente, come se fosse una cosa banale.
Ma spesso quando qualcosa o qualcuno ritorna, mette di fronte a una serie di verifiche e analisi che scatenano vari sentimenti nella persona: dubbi, emozioni, rancore, rabbia, felicità, sorpresa, ansia, frustrazione... e l'elenco potrebbe continuare all'infinito.
La maggior parte delle volte uno si chiede perchè, nell'universo del possibile, il caso sceglie proprio quell'evento e lo lascia accadere.
Questa frase mi piace, suona come la parafrasi di un passo celebre del libro "Oceano mare", di Alessandro Baricco. Un caso che l'abbia scritta proprio ieri sul blog di una mia carissima amica?
Chi lo sa... spesso il destino gioca con la vita delle persone.
L'avevo letto da qualche parte che sarebbe stata un'estate strana, forse uno di quegli oroscopi mensili che si trovano nei siti di astrologia.
Avevo detto anche: questa mattina comincia storta...
Infatti, in ordine di sequenza, ho dovuto ritirare una raccomandata in posta ed erano tasse, mi chiama mia sorella e mi dice che è morto il fratello di un nostro amico per un ictus e che ci saranno i funerali, in studio mi saltano le indicazioni per un progetto e alle 13 e 29, eccolo!

Come se non bastasse oggi è il compleanno della mia ex coinquilina a cui voglio molto bene e il compleanno di un collega del mio ragazzo a cui non voglio per niente bene, causa di una serie di noie che abbiamo dovuto affrontare di recente.
So già che al rientro in casa dovrò litigare perchè non voglio essere ipocrita e andare a festeggiare una persona che mal sopporto, perchè mi conosco: esploderò dicendo tutto quello che penso e la cosa non sarà buona.
Io avrò fatto la figura della guastafeste (pur essendo nel giusto) e rovinerò il rapporto che c'è tra il mio ragazzo e il suo collega (anche se sarebbe una cosa salutare).
Ma al di là di questo, che già fa capire il tono della mia giornata, alle 13 e 29, eccolo!

Venditti cantava "E quando pensi che sia finita....è proprio allora che comincia la salita...".
Toglierei la seconda parte della strofa se non altro perchè non intendo percorrere alcuna salita, di certo non più.
Ormai ho la mia strada, è vero non me la sono scelta ma ho faticato a trovarla e sono stata fortunata ad ascoltare il cuore che mi diceva di percorrerla.
Indietro non torno.
E spesso sono le strade che scelgono te e non il contrario. Quando le inizi non pensi nemmeno che può essere la tua strada.
Non lo sapevo nemmeno nel 1999 quando una strada scelse me e io non la volevo percorrere. Eppure quel viaggio mi rese così felice... come una persona non crede di esserlo mai nella vita.
Ma niente é per sempre e la strada s'interruppe nel 2004, davanti non c'era più il sentiero ma solo un portone sbarrato a cui non potevo avere accesso: non avevo le chiavi, non avevo una scala, era ricoperto di rovi e io dopo un pò, diventai troppo debole per tentare la scalata.
Ma lasciando da parte le metafore, alle 13 e 29 di oggi posso dire che il destino è venuto a bussare un'altra volta alla mia porta e mi ha riportato qualcuno che credevo non avrei mai più visto o sentito (e, senza dubbio, una parte di me lo sperava...).

Così come ha fatto 2 anni fa, quando mi riportò indietro un passato, all'epoca era un passato vecchio di oltre 4 anni, che non immaginavo sarebbe più tornato.
Quella volta l'ho presa così, forse con filosofia ma ero amaraggiata da quanto avevo saputo.
Il destino si era veramente divertito con me e mi aveva fatto scoprire che per 4 anni in realtà quel portone era rimasto accessibile.
C'era una porticina nascosta tra i rovi, in un angolo del portone, ma chi c'era dietro di esso non aveva voluto mostrarne l'esistenza, magari provando anche solo a dare qualche segnale...
La vergogna e l'orgoglio glielo avevano impedito. Esattamente due anni fa come ora mi sentii triste per il tempo perduto, ma razionalizzai pensando che se le cose accadono ci deve essere un motivo, e se dei sentimenti impediscono di aprire una porta, forse chi c'è dietro non vuole davvero aprirla.

Alle 13 e 29 di oggi la mia reazione è stata sorprendentemente diversa.
Non ho provato rabbia, nè frustrazione, nè ansia...stranamente l'ho presa a ridere!
Incredibile questa cosa per me. Ne ero divertita.
Forse perchè incosciamente sapevo che davanti ai miei occhi stavo ottenendo la dimostrazione di quanto avevo sempre pensato. L'ulteriore dimostrazione che la scelta di due anni fa, di trasformare quel cammino in una strada chiusa e di tramutare quello che era presente in passato da dimenticare, era stata una scelta giusta.
Sinceramente non so cosa spinge il passato a tornare.
Non me lo sono chiesta per molto tempo...ho creduto, forse  inconsciamente, che il passato a volte ritorna perchè la vita è ciclica; e perchè ci sono mostri che vanno riaffrontati per verificare se non fanno più paura.
Chissà se questo mostro è tornato per l'ultima volta o se tornerà ancora.
Per questa volta sono fiera di potergli dire: "Non hai stravolto la mia giornata (ben altre cose lo hanno fatto) e non mi fai più paura!"

Quello che mi preoccupa è che la giornata non è ancora finita.....

domenica 15 maggio 2011

Basta masochismi...

Un personaggio del film New Moon, seguito di Twilight che è andato in onda martedì scorso in prima serata, ad un certo punto del film dice una frase che mi ha fatto molto riflettere.
Per chi ha già visto il film, non sarà difficile ricordare la scena in cui avviene, per chi non lo conosce (credo in pochi) occorre fare una piccola premessa.
Bella, che è la protagonista del film, s'innamora di Edward, un vampiro. La cosa succede già nel primo capitolo della saga, nel secondo film, i due ragazzi si accorgono che l'amore tra un essere umano e un vampiro è una cosa molto pericolosa che rischia di porre fine alla vita di Bella così Edward decide di andar via e fare in modo che Bella si dimentichi di lui.
Come spesso accade per i primi amori e soprattutto per quegli amori estremamente intensi che rischiano di portare le persone alla deriva, la decisione porta più dolore che altro e così Bella soffre molto arrivando addirittura a rischiare in più occasioni la sua vita che ormai le sembra vuota e senza senso.
Il padre di Bella, Charlie, una notte in cui viene svegliato dall'ennesimo incubo della ragazza, accorre in camera della figlia, visbilmente turbata dal sogno, le ricorda che bisogna aprirsi alla vita e le suggerisce di ritornare a vedere i suoi amici soprattutto Jacob, figlio di un grande amico di Charlie e ragazzo davvero affidabile. Mentre è sul letto e le parla, le dice esattamente così:
"Sai a volte, dobbiamo imparare ad amare ciò che ci fa bene. Capisci cosa voglio dire?"

E lì ho risposto io, come se fossi Bella. "Si Charlie, so cosa vuoi dire".
Quest'anno per me è stato pieno di novità tutte arrivate all'improvviso, tutte insieme e forse non avere il tempo di fermarsi a riflettere è stato un bene per certi versi.... (il solito bilancio pre-compleanno...)
Tuttavia oggi so che ad aprile/maggio dello scorso anno ero come Bella...forse non avrei fatto cose molto stupide e insensate, essenzialmente perchè c'è una parte di me che ragiona autonomamente anche quando io sono nelle condizioni peggiori e non vorrei farlo, ma ero anche io in quello stato d'animo così triste e depresso.
Il non fare cose stupide e insensate però, è un gran vantaggio. E' come avere il salvavita incorporato e su questa parte di me non ho potere. Qualcuno lo chiama "istinto di sopravvivenza o di conservazione" e permette non solo di evitare gesti folli, come buttarsi sotto ad un treno o tagliarsi le vene, ma anche agire nel modo migliore e più giusto anche se provoca dolore, fare scelte pratiche anche se costano sacrifici. E' un istinto intelligente, per essere un istinto...
In alcuni esseri umani è sviluppato, in altri è latente e non riesce a vincere del tutto per cui la persona può prendere il soppravvento e farsi guidare da scelte irrazionali, ma non è il mio caso. Non lo è mai stato.
Sapere però che ho scelto di amare quello che mi fa bene potrebbe essere una sorta di sconfitta. Vuol dire forse che non ho scelto quello che amavo veramente?
Oppure è una conseguenza del diventare "maturi"? E qui mi ricollego al mio post precedente, per cui c'è un qualcosa che ha a che fare con l'evoluzione e quindi tutti arriviamo prima o poi a capire che è giusto amare ciò che ci fa bene?
E' l'istinto che dice "basta masochismi", oppure è mancanza di coraggio?

Forse come in tutte le cose della vita non c'è una risposta, saranno due scuole di pensiero e quindi ognuno preferisce la sua versione. 
Ma allora, una volta che abbiamo scelto, la domanda è: "sono sicura che non sentirò la mancanza di qualcosa che non ho mai provato?"
La risposta si chiama rimpianto. E non bisognerebbe vivere di rimpianti e neppure vivere per accontentarsi, perchè quello è sopravvivere, prima o poi dovevo affrontarlo il tema di questo blog.


Sopravvivere non è vivere, ma se uno sa come sopravvivere ed evitare di fare certe scelte che gli impedirebbero di vivere, è condannato al rimpianto?
In fondo c'è una cosa che appaga di meno della felicità ma è più duratura: la serenità.
E la serenità non é forse una buona base per scoprire che, in realtà, si è felici?

venerdì 6 maggio 2011

Noemi - Vuoto A Perdere

Quando ho sentito questa canzone per la prima volta, mi sono riconosciuta.
Sfido chiunque a non fare bilanci di questo tipo sulla propria persona una volta che si è arrivati ai fatidici 30 anni e sembra che il tempo ti sia passato troppo velocemente per porre rimedio a certe situazioni e a certi "squilibri" fisici e psichici che il tempo, implacabilmente, ha provocato.
Si dice spesso che l'importante è stare bene dentro, che bisogna saper accettare gli anni che passano e che la serenità sta nel non lottare contro il tempo ma cercare fare in modo che passi nel miglior modo possibile.
Alzi la mano chi non ha pensato almeno una volta che sono tutte balle....
Se poi aggiungi che ci sono persone che certe "velleità fisiche" non sono mai riuscite a vederle e provarle su stesse, il quadro peggiora.
Io sono una di quelle persone. Non sono mai stata perfetta fisicamente, nemmeno a 15 anni. Certo prima la mia pelle aveva un'elasticità maggiore, il mio metabolismo rispondeva velocemente ai cambiamenti adeguandosi senza difficoltà, i tempi di ripresa dopo i pranzi e le cene delle festività comandate, erano notevolmente ridotti.
Oggi, alla soglia dei 30 anni, tutto è diventato più difficile per me: colpa di un lavoro che mi costringe sulla sedia per più di 8/9 ore di fila al giorno, colpa del tempo che mi manca tra casa, impegni sociali, studio e lavoro, colpa del tempo che passa che ha modificato i tempi di risposta del mio metabolismo e di un'alimentazione disordinata, fatto sta che non riesco a sentirmi in forma da molto tempo ormai.
Così tanto tempo che me lo sono dimenticata.
Nel corso degli anni passati, il tempo mi ha cambiata molto, oggi so accettare tante cose che prima non riuscivo ad accettare e superare. So comprendere, capire, perdonare, essere assertiva, essere accondiscendente, essere prudente, calcolare i tempi per intervenire e quelli in cui restare in disparte, accettare sconfitte e non vantarmi delle vittorie ma....davanti alla trasformazione fisica, sono ancora un'immatura. Lo ammetto: non riesco ad accettarla.
La canzone di Noemi non vale solo per l'aspetto fisico, è chiaro. Io però la sento mia soprattutto per questo scoglio qui del tempo inesorabile che si affligge sul mio fisico, anche a livello di fastidi e acciacchi che non avevo mai avuto.

Davvero sono diventata questa? E senza accorgermene?
Ahi ahi...succede.
Canzone per riflettere....

sabato 26 febbraio 2011

Un pò di Salento e non solo...

Negli ultimi anni la Puglia è diventata scenografia perfetta per molti film e video di successo.
Forse la macchia mediterranea, forse i colori o la luce, la rendono un posto magico, quasi incontaminato e con molto da raccontare.
Molti film di successo sono stati girati in Puglia di cui uno abbastanza recente che ha vinto diversi premi: MINE VAGANTI, film per il quale Ilaria Occhini ed Ennio Fantastichini hanno vinto il David di Donatello.
L'ho presa un pò alla larga per raccontare di un film bellissimo che io adoro, con delle colonne sonore fantastiche, realizzate da Pasquale Catalano, e una storia divertente e toccante al tempo stesso.
Il film non parla della Puglia solo perchè è stato girato a Lecce e provincia, nel Salento, ma anche perchè l'intera storia è concentrata sui pregiudizi di una cultura perbenista e provinciale, che ancora vive in certi luoghi del nostro paese nonostante lo scorrere del tempo che introduce nuovi linguaggi e nuovi modi di pensare.
Arrivo un pò tardi nel senso che il film non è poi così recente ma è occasione, per chi ancora non lo conosce, di vederlo e apprezzarne non solo la storia ma anche i contenuti: dai dialoghi, alla sceneggiatura; dalla colonna sonora all'interpretazione degli attori.
Mine vaganti ha un cast d'eccezione: Ennio Fantastichini, Ilaria Occhini, Elena Sofia Ricci, Lunetta Savino, Nicole Grimaudo, Riccardo Scamarcio, Alessandro Preziosi, Carolina Crescentini e Daniele Pecci; tutti davvero in gamba. Di pregio è l'interpretazione di Elena Sofia Ricci e Ilaria Occhini che trovo quasi "superbe". Un superlativo Ennio Fantastichini e un'intensa Nicole Grimaudo chiudono il quadro. Ho trovato meno "nella parte" proprio i due fratelli protagonisti: Alessandro Preziosi e Riccardo Scamarcio le cui interpretazioni rimangono comunque stupende ma, secondo me,  meno brillanti rispetto a quelle degli altri altri attori del cast.
Bellissime le scene con Carolina Crescentini e Giorgio Marchese che riportano la storia indietro nel tempo; piccoli camei di grande spessore.
Fondamentale nel film è la colonna sonora, accurantamente selezionata per fare da cornice perfetta ad una storia davvero emozionante.
Per me Ozpetek questa volta ha superato se stesso in quanto ha saputo combinare l'intensità dei pensieri con la quotidianità, a volte semplice e comunque disarmante, tipica di alcune culture provinciali.
Su internet qualcuno lo ha definito un film "plutoniano"/scorpionico per la capacita di scavare nell'animo come fa Plutone e per l'ironia dissacrante dello scorpione. Riferimento all'astrologia dovuto considerando che Ferzan Ozpetek è un regista attento alla materia tanto da intitolare uno dei suoi film di maggior successo con il nome di un pianeta: "SATURNO CONTRO" per l'appunto.
Personalmente so com'è avere saturno contro (e ora anche plutone contro), chissà se gli effetti saranno rivelatori come le verità a cui si assiste nel film.
Per ridere, piangere e soprattutto per riflettere, è il film giusto....

domenica 13 febbraio 2011

Io e te

 Alla vigilia di San Valentino, voglio parlarvi di un libro che, a prima vista, potrebbe sembrare un romanzo che racconta una storia d'amore.

In verità "Io e te", ultimo libro di Niccolò Ammaniti, racconta una storia struggente e triste, piena di insegnamenti e intrinsa di una profonda morale in pochissime pagine, ma non è la storia di due innamorati.
Io e te è uno di quei libri che ti regalano una sorpresa nel finale che magari non ti aspetti, anche se Ammaniti, nei sui racconti, ci ha sempre abituato a leggere di storie per niente scontate...

Io e te è la storia di un fratello e di una sorella con una vita molto diversa ma con problemi relazionali e socio-affettivi che entrambi si portano dietro.
L'occasione di una bugia, e di un caso fortuito, fanno si che i due s'incontrino nonostante non avessero mai avuto un grosso rapporto se non quando erano entrambi molto piccoli.
Il libro, che mi ha colpito soprattutto per la copertina e per il titolo come spesso accade, mi ha incuriosito anche perchè nella terza e quarta di copertina, non lascia trasparire nulla della storia.
Ho iniziato a leggerlo aspettando di trovare il momento clou e invece la storia si è dipanata pian piano nel modo che sembrava più semplice di quello che si poteva immaginare.
Il finale mi ha lasciato un pò sorpresa: quando credevo che le cose sarebbero andate nel verso giusto ecco che giro pagina e leggo il contrario...
Nonostante la fine triste che non immaginavo, il libro non lascia l'amaro in bocca anzi, dimostra come spesso solo la disponibilità e l'apertura verso qualcuno può salvarci nei momenti del bisogno.
E dimostra inoltre che volenti o nolenti, siamo costretti a fidarci prima o poi di qualcuno e quella forse può essere la nostra migliore occasione, anche se in quel momento siamo certi del contrario...
Non voglio svelare nulla della storia, come si sarà capito, anche perchè il libro è piccolino e si legge velocemente; ma non dico nulla soprattutto perchè vale davvero la pena leggerlo...
 Lo suggerisco assolutamente. 

domenica 30 gennaio 2011

Art First 2011

Giovedì scorso è stata inaugurata l'edizione 2011 dell'Art First a Bologna: Fiera Internazione di Arte Contemporanea arrivata ormai alla 6a edizione.
Tre i padiglioni (15-18-20) ricchi di gallerie famose e gallerie giovani che propongono artisti emergenti.
Non l'avevo mai vista una fiera di arte così vasta e piena di visitatori internazionali.
La cosa che mi ha più colpito è che oltre ai galleristi e ai collezionisti che si riconoscono la milioni di Km di distanza, visto l'abbigliamento e il fare alquanto ricercato, era possibile trovare il ragazzino bohemienne, la casalinga della porta accanto e i bambini con i propri giochi in mano.
L'idea forte che mi ha trasmesso è che realmente l'arte è patrimonio dell'umanità e quindi non qualcosa di riservato e di esclusivo interesse di collezionisti e "addetti al settore".
Se si è interessati a vedere un evento diverso, consiglio vivamente l'Art First.
Alcune delle opere che mi hanno maggiormente colpita....


  


 

domenica 2 gennaio 2011

Un karma pesante

Passeggiando fra mercatini e negozi durante le mie vacanze natalizie, mi sono imbattuta in un bellissima libreria a Gallipoli: Nostoi.
Più che una libreria si tratta di uno spazio culturale ricavato all’interno di una costruzione dell’800, credo che si trattasse di un’antica cantina o di una sorta di stalla proprio nel centro della cittadina.
Un insieme di nuovo e antico fusi insieme tra oggetti d’epoca ed elementi d’arredo moderni; un pianoforte in un angolo, una tecnologica stufa a legna poco più avanti, i libri appoggiati in scaffali ricavati nel muro e su tavoli di legno grezzo, una stanza di esposizione di prodotti artigianali.
Girovagando tra i tavolini ho pensato di cercare un libro da leggere durante le mie vacanze, poi mi sono ricordata di aver letto una recensione del nuovo romanzo di Daria Bignardi – Un karma pesante - e ho chiesto alla commessa se c’era una copia.
Spesso i libri mi attraggono per la copertina o per il titolo un po’ misterioso. La recensione mi aveva colpito invece perché evidenziava la difficoltà, che hanno alcune persone, a vivere in modo semplice e utilizzare la strada più ovvia per percorre la vita senza dover per forza complicarsi ulteriormente il percorso.
Ma forse l’ho scelto perché inconsciamente sono convinta di avere anche io un karma pesante…
Inoltre mi incuriosiva il fatto che il libro fosse di Daria Bignardi, già autrice del romanzo autobiografico “Non vi lascerò orfani” che però non ho mai letto ma so che ha ricevuto buoni apprezzamenti della critica.
Un karma pesante narra la storia di Eugenia Viola, regista di discreto successo che racconta la sua vita dall’adolescenza ai giorni odierni. Il racconto è un insieme di flashback intervallati da momenti di vita quotidiana che insieme compongono la storia di una persona complicata segnata dal trauma della malattia del padre.
Eugenia è una ragazza sveglia e forte e per questo viene ritenuta dallo zio l’unica persona della famiglia adatta a recepire ed affrontare la notizia che il padre sta per morire di cancro. In realtà la giovane Eugenia è una donna forte all’apparenza ma molto fragile interiormente il che la porta a reagire alla notizia con una chiusura totale nei confronti della famiglia.
Si allontana sempre di più dai suoi cari, prende le distanze dallo zio che adorava e vive da autolesionista frequentando gente sbagliata, avendo relazioni vuote e inutili e trascurando la propria salute fino a che non scopre, per puro caso grazie a un lavoro nella pubblicità, la sua vena artistica che la porta a diventare una regista di successo e a incontrare l’uomo che le restituisce la pace interiore e che insieme a lei costruisce una famiglia.
Devo ammettere che come regista Eugenia non mi convince molto e in un certo senso il fatto che l’autrice la dipinga come una regista di successo, è marginale. Probabilmente l’intento è quello di mettere in luce come anche personalità di spicco vivano conflitti interiori e vite difficili, nonostante la fortuna e la notorietà? Forse, ma non ne sono sicura…
Ad ogni modo ritengo che quello di Eugenia sia un bel personaggio soprattutto dal punto di vista umano: è una donna che non si conosce, attraversa un turbinio di emozioni che non è capace di gestire, s’infila in percorsi di ogni tipo ma alla fine diventa una donna realizzata, sempre animata dal caos interiore e dalla difficoltà di vivere, ma in grado di essere felice a differenza di quanto pensava da giovane, quando era in lotta con il mondo e in fuga da tutti.
Un karma pesante è un libro che mostra la fragilità della vita e delle persone, ma in fondo lascia un messaggio di speranza per cui è sempre possibile riprendere le fila della propria vita, pur percorrendo percorsi tortuosi e complicati per arrivare ad essere felici.
Un frase del libro è significativa al riguardo:
A volte pensi che per cominciare a vivere davvero devi prima capire chi sei, fare le scelte giuste, mettere tutto in ordine: ma alla fine la tua vita sarà il modo in cui hai vissuto. Il modo in cui stai vivendo adesso.
Si potrebbe quindi dire che un karma pesante non è una condanna a morte, anche se chi lo possiede vede il mondo a tinte fosche e affronta quello che gli capita con molta difficoltà.
In uno dei suoi monologhi Eugenia dice:
[…] io prendo sul serio solo le cose negative minimizzando o ignorando quelle positive, come se fossi affetta da una strana miopia e riuscissi a mettere a fuoco solo quello che fa soffrire, e il resto scontato e inutile. Sono così da sempre, non penso di poter cambiare.
In questo mi sono riconosciuta parecchio: non amo se non soffro, non capisco se non faccio scelte sbagliate, non imparo se non sbatto la testa contro il muro, non mi fido fino a che non esaurisco qualcuno al punto di rovinare tutto.
Sono fatta così e penso sempre di non poter cambiare, proprio come Eugenia.
In fondo però, miopia a parte, spesso e volentieri la vita mi è venuta incontro a metà strada, il muro su cui sbattevo la testa per imparare non si é mai rotto, ho fatte strade lunghe e ho perso tempo ma sono arrivata a destinazione in ogni caso, mio malgrado ho dovuto fidarmi di qualcuno e ho capito che chi ti fa sempre soffrire, ama più se stesso che te.
In fondo avere una karma pesante fornisce insegnamenti preziosi.

sabato 1 gennaio 2011

Buon Anno!!

L'inizio dell'anno nuovo è sempre il periodo degli oroscopi e delle previsioni per tutti i 12 mesi futuri. Per augurare a tutti buon anno e, per ridere un pò sugli oroscopi, ho scelto questa filastrocca di Gianni Rodari che mi piace molto.

Auguri a tutti!!


"Oroscopo"

(di Gianni Rodari)


O anno nuovo, che vieni a cambiare

il calendario sulla parete,

ci porti sorprese dolci o amare?

Vecchie pene o novità liete?




Dodici mesi vi ho portati,

nuovi di fabbrica, ancora imballati;

trecento e passa giorni ho qui,

per ogni domenica il suo lunedì.




Controllate, per favore:

ogni giorno ha ventiquattr'ore.

Saranno tutte ore serene

se voi saprete usarle bene.




Vi porto la neve: sarà un bel gioco

se ognuno avrà la sua parte di fuoco.

Saranno una festa le quattro stagioni

se ognuno avrà la sua parte di doni.