martedì 28 settembre 2010

Or che ‘l ciel e la terra e ‘l vento tace

Or che ‘l ciel e la terra e ‘l vento tace

e le fere e gli augelli il sonno affrena,

Notte il carro stellato in giro mena

e nel suo letto il mar senz’onda giace,

vegghio, penso, ardo, piango e chi mi sface

sempre m’è innanzi per mia dolce pena;

guerra è il mio stato, d’ira e di duol piena,

e sol di lei pensando ho qualche pace.

Così sol d’una chiara fonte viva

move il dolce e l’amaro ond’io mi pasco;

una man sola mi risana e punge.

E perché il mio martir non giunga a riva,

mille volte il dì moro e mille nasco:

tanto dalla salute mia son lunge.
 
Francesco Petrarca

2 commenti:

  1. La quiete apparente?
    Mi sa che è un po' come ti senti tu ora...
    A presto, ciao ciao.

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  2. Lo sapevo che non ti sarebbe sfuggito... ;)
    Baci!

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