domenica 18 luglio 2010

Essere felici

Cos'è che rende felici? Cosa invece ci rende infelici?
Perchè la stragrande maggioranza delle persone vive rincorrendo la felicità, lotta per ottenerla e quando ci riesce essa non sembra bastare e dura sempre così poco?
Perchè essere felici, se per esserlo si finisce per vivere da infelici?
Mi sono posta queste domande diverse volte, spesso la risposta è banale.
La maggior parte dei problemi dell'essere umano ha delle risposte semplici: l'ovvietà, pur essendo sotto i nostri occhi, è talmente ovvia che non riusciamo a vederla.
Restiamo come sbalorditi quando, di colpo, ci coglie.
Uno dei miei telefilm preferiti è "Grey's Anatomy", spesso le riflessioni all'inizio e alla fine del telefilm mi fanno pensare. L'ultimo episodio che visto intitolato "Persone felici", mi ha fatto pensare proprio alla felicità. Le riflessioni erano pressapoco queste:
E' convinzione comune che pensare positivo contribuisca a vivere una vita più sana e più felice. Da bambini ci dicono di sorridere, essere allegri e fare la faccia contenta. Da adulti ci dicono di considerare il lato positivo, essere ottimisti e vedere il bicchiere mezzo pieno. Ma a volte la realtà ostacola la nostra capacità di interpretare una parte allegra: la salute può non assisterti, il fidanzato tradirti, gli amici deluderti. E' in quei momenti che vuoi solo la realtà, smetterla di recitare ed essere te stesso: vero, spaventato e infelice.
Chiedete alla gente cosa vuole di più dalla vita, la risposta è semplice: essere felici. Forse è questa aspettativa però, il desiderio di essere felici, ad impedirci di esserlo. Forse più cerchiamo e vogliamo uno stato di beatitudine, più questo ci confonde al punto da non riconoscerci più. Invece continuiamo a sorridere e basta sforzandoci di apparire felici come vorremmo essere, finchè alla fine la verità ci colpisce: la felicità è sempre stata lì. Non nei nostri sogni o nelle speranze ma in ciò che conosciamo, che è confortevole, familiare.
Sono riflessioni sconcertanti nella loro banale verità, tuttavia mi chiedo: e quando la realtà ci colpisce troppo tardi? Oppure, se non riusciamo a vedere che la felicità è sempre stata lì?
Siamo destinati a convivere con il desiderio di felicità in un corso di eventi che si ripetono incessantemente come in un sistema autopoietico che riproduce ogni volta le condizioni della sua esistenza? Oppure un miracolo, presto o tardi, illuminerà la strada consentendoci di vedere ciò che è sempre stato sotto i nostri occhi?

E soprattutto...accadono i miracoli?

mercoledì 7 luglio 2010

L'ossessione

Ciascuno di noi, almeno una volta nella vita, sperimenta l'ossessione verso qualcuno o qualcosa.
Astrologicamente parlando ritengo che il responsabile di tutto questo sia Plutone.
Grazie al confronto con un'amica, in questi giorni, sto riflettendo sul modo in cui Plutone si serve delle situazioni e delle persone per manipolare, raggirare, ossessionare.
Da plutoniana quale sono, dovrei saper gestire questo piccolo ma potente pianeta, tuttavia non è così semplice perchè pur conoscendo bene la profondità e la forma degli abissi, non si può certo evitare di affrontarli. Per questo Plutone è ostico anche per chi sa guardarlo in faccia.
La mia riflessione però si vuole concentrare sul rapporto Venere-Plutone capace di creare all'individuo serie difficoltà relazionali.
Partendo dal presupposto che avere un aspetto plutone-venere nel tema- a prescindere dall'aspetto- non sia mai una passeggiata, si può certamente notare che aspetti venere-plutone sono molto frequenti nei temi natali delle persone e, se i pianeti sono adeguatamente supportati da altri buoni aspetti, normalmente è più semplice gestire la potenza che l'incontro di queste due nature differenti può generare.
Io ritengo che i problemi seri arrivino con gli aspetti di qudratura/opposizione dei due pianeti.
Un aspetto di questo tipo può veramente creare blocchi o difficoltà nelle relazioni affettive in quanto impedisce un rapporto equilibrato fondato su un sentimento razionale.
Qualcuno potrebbe obiettare che i sentimenti non sono mai razionali e in effetti si potrebbe dire che è così, tuttavia l'astrologia ci insegna che governatore dei rapporti e delle relazioni è il segno della bilancia con la relativa 7a casa che, al contrario, ci parlano di equilibrio e della necessità di accettare e venire "a patti" con gli altri. Lo stesso matrimonio, prescindendo dalle implicazioni di tipo puramente emozionale, è a tutti gli effetti un contratto tra due parti.

Ad ogni modo, un aspetto negativo tra plutone- venere spesso caratterizza quelle persone che amano in modo viscerale e dannoso prima di tutto per se stesse, le case coinvolte dall'aspetto possono dare maggiori indicazioni sugli ambiti in cui viene espresso questo sentimento.
La maggior parte delle persone che possiedono questo aspetto sono state manipolate o magari usate e hanno sviluppato forme di difesa difficili da sradicare per cui, quando incontrano qualcuno disposto ad amarle, hanno talmente poca fiducia nella relazione e in se stesse, da nutrire verso l'oggetto dei loro desideri una vera e propria ossessione finendo con il rovinare anche il migliore dei rapporti. Certo il tutto si acuisce se sulla strada ci si imbatte in una persona con proprie difficoltà relazionali o pianeti/aspetti che attivano inqualche modo l'aspetto venre-plutone della prima persona.
Da detentrice di un aspetto di quadratura venere-plutone, credo di aver sperimentato bene questo sentimento.
La parte più difficile, come sempre, è guarire ed evolvere, lasciar andare...
Nonostante sia la parte più difficile, quando si riesce a farlo, anche per poco tempo, si prova un'indescrivibile sensazione di libertà  e serenità difficile da spiegare.
E' come riuscire a trovare un'oasi dopo tre lunghi giorni di cammino nel deserto: è liberatorio.
Il ricordo magari non svanirà, ma si sarà liberi dall'ossessione...
L'ossessione mi porta alla mente le parole di una bellissima canzone dei Radiodervish: "L'immagine di te" il cui ritornello recita così:
L'immagine di te, l'immagine di te
che il desiderio non fa spegnere
L’amore che fa impazzire gli dei

Svanisce nei giorni che non avrò mai
Io dove sarò
Tu dove sarai
è più o meno quello che uno si ripete ossessivamente quando ama in modo viscerale qualcuno, no?

domenica 4 luglio 2010

Una serata semplicemente particolare

Questa sera sono uscita a fare due passi sotto casa. Era una serata tranquilla e non avevo voglia di fare tardi. In giro con gli altri siamo finiti in una specie di universo parallelo all'interno della città: una piccola festa di quartiere organizzata nei pressi di un terreno bonificato vicino a un naviglio. Era  pieno di gente, musica e cose buone da mangiare.
Mi sembrava di aver fatto un salto indietro nel tempo! Seduti tutti insieme in una grande tavolata ci siamo trovati a parlare per ore con un anziano di paese che parlava tantissimo ma nella sua incessante sequenza di pensieri e perle di saggezza, ho recuperato un senso di antica saggezza popolare che avevo perduto da tempo, all'incirca con la scomparsa dei mie parenti più anziani.

Con il sottofondo musicale di un gruppo di paese, nella semplicità della terra e dei sapori popolari, nell'aria fresca della serata, ho riscoperto delle verità che oggi sembrano non bastarci più: al mondo si nasce per seguire un percorso di vita che è ciclico per tutti. La vita è questo: la famiglia, la terra, le tradizioni, il rinnovarsi delle stagioni e i frutti sempre diversi che il tempo regala in ogni annata.
Un piacevole ricordo delle mie estati in campagna o trascorse nell'orto di casa di mia nonna mi ha pervaso, facendomi recuperare un senso di infanzia e di sicurezza che non provavo da molto. I riti del mare e della terra, i colori e gli odori di quell'età mi son tornati in mente vividi proprio come erano una volta...La semplicità di quelle mattine calde e piene di progetti di ragazzina: non sapevo cosa avrei fatto ma possedevo la certezza delle mie conoscenze, insomma una serata semplice, come ne capitano poche.

Ricordi dolci di una cancro bucolica...