sabato 18 luglio 2009

E, a volte, anche delle buone notizie...

E già...a volte anche in Italia ci rendiamo conto che quel che è ingiusto è veramente ingiusto!
E così il 15 luglio scorso con un documento ufficiale il CSM si è pronunciato sul Lodo Alfano, meglio noto come decreto "salva-Berlusconi" considerandolo, all'unanimità, incostituzionale.
Secondo la Commissione il decreto violerebbe ben 4 principi costituzionali!!
E stato giudicato un decreto IRRAZIONALE perchè impedisce l'obbligatorietà della legge penale, lega la polizia giudiziaria al potere esecutivo rafforzando quest'ultimo a discapito del primo, estromette il pm dalle indagini dando la possibilità al governo di controllare l'azione penale e bloccherebbe processi rallentando ulteriormente l'azione della magistratura.
Ovviamente Alfano si è indignato, certo mai quanto noi quando il decreto è stato presentato...In ogni caso questa costituisce una vittoria importante nonostante Alfano già parli di decisione "drammatizzata".
Francamente spero proprio che dopo una cosa del genere il bavaglio venga messo alla bocca di Gasparri e Cicchitto che hanno rilasciato delle dichiarazioni deliranti sulla decisione del CSM, chissà perchè questi soggetti non li imbavagliano mai....
Comunque sia, vi riporto solo la notizia anche perchè questa vicenda deve ancora seguire un lungo iter: il decreto deve ritornare in parlamento che dovrà apportare modifiche ed eventualmente si ricomincerebbe tutto nuovamente, inoltre è ragionevole credere che non si arrenderanno e cercheranno di ripresentarlo in altre forme per cui ne riparleremo certamente...
Tuttavia per ora portiamo a casa un risultato e io vi linko la bozza del parere del CSM sul decreto sicurezza, giudicate voi!

martedì 7 luglio 2009

E se imbavagliassimo anche la memoria?

Per la serie "non c'è fine all'orrore", mi trovo tristemente a commentare una notizia di qualche giorno fa che riguarda un disegno di legge presentato alla Camera da una deputata leghista, Carolina Lussana, allo scopo di regolamentare il "diritto all'oblio". Se qualcuno si divertisse ad andare in giro a chiedere ai passanti di cosa si tratta, sono certa che nessuno sarebbe in grado di spiegare cos'è...e il trucco, badate bene, sta proprio in questo! Dico questo non per dire che molti di noi non sanno quali sono i propri diritti fondamentali, ma perchè il diritto all'oblio in realtà è una cosa così "scontata" per certi versi, che uno non si accorge di possederlo. Sinteticamente si può dire che questo diritto, introdotto negli anni '70 tra i diritti della persona, serve a tutelare il diritto di ognuno a non vedere riproposti al pubblico fatti propri che in passato furono oggetto di cronaca. A volte si tratta di una sola notizia, altre volte con i vari approfondimenti una notizia viene acquisita dalla collettività e rimane nel tempo. In ogni caso l’interesse pubblico alla sua riproposizione va scemando fino a scomparire e sorge il presupposto del diritto all’oblìo. Per fare un esempio può trattarsi del caso di un cittadino X che effettua una rapina allo scopo di procurarsi i soldi per comprare una dose di droga, il diritto all'oblio permette al soggetto, scontata la sua condanna, di finire nel dimenticatoio generale. Questa è una tutela sacrosanta, ma vale per il cittadino X, privato, anonimo, senza legami istituzionali e senza rapporti con, vediamo un pò....magari la politica??? Ma se si trattasse di un politico? Quello il cui rapporto con la collettività perdura nel tempo e che sarà sempre attenzionato dall’opinione pubblica, anche per ciò che riguarda il passato? Bè allora io vorrei sapere cosa ha fatto dal momento che mi governa e nel momento in cui mi devo recare a votare. Se dovesse passare questo disegno di legge, ddl 2245, allora dalla rete (eh si perchè il bavaglio stavolta viene messo a internet badate bene!) passati 2 anni, dovrebbero scomparire tutte le informazioni riguardanti qualsiasi procedimento penale a carico di chicchessia, pena una sanzione amministrativa da € 5.000 a 100.000 ai danni del proprietario del sito e ciò vale per tutti: dal lavapiatti al ministro. Voi direte che non è vero: l'art.3 di questo ddl dice che la cancellazione del web non può riguardare "chi esercita o ha esercitato alte cariche pubbliche, anche elettive, in caso di condanna per reati commessi nell’esercizio delle proprie funzioni, allorché sussista un meritevole interesse pubblico alla conoscenza dei fatti”. E invece il bavaglio si nasconde dietro alcune paroline magiche "nell'esercizio delle proprie funzioni", questo vuol dire che se un ministro (magari dell'economia) aveva anni prima della carica, un'azienda e ha subito un processo per bancarotta fraudolenta noi ce ne dovremmo scordare in 2 anni! O ancora, per fare un esempio più recente, che tutti i documenti riguardanti il processo Berlusconi-Mills potranno restare in rete sono per 2 anni visto che Berlusconi, seppure accertato come corruttore in quel processo (ma salvato dal lodo Alfano e quindi è un processo che verrà archiviato), non ha commesso il reato nell'esercizio delle sue funzioni pubbliche ma semmai nella gestione della sua azienda privata. Quello che vogliono farci scordare è che persone come queste governano però "la cosa pubblica" e non solo le loro cose private; e io da buona e brava cittadina che crede nello Stato e paga le tasse non dovrei mai scordarmi di queste cose quando vado a votare, quindi certe notizie non dovrebbero sparire dal web.... Attenzione però in caso di condanna nel processo la relativa notizia potrà essere mantenuta in rete per un tempo che varia in funzione della pena comminata dal giudice, non dell’interesse obiettivo che suscita il fatto, quindi questo "interesse pubblico" viene graduato secondo le volontà di un giudice X... Questo vuol dire che dei delitti commessi nel nostro paese, l'omicidio di Garlasco, la strage di Erba ecc, rimarrà traccia, ma delle più grosse truffe ai danni dei cittadini, dei delitti che vengono commessi contro lo Stato da parte di chi ci governa nessuno dovrà più sapere niente perchè c'è il diritto all'oblio!!! Questo ddl è un bavaglio perchè impedisce l'acquisizione di notizie attraverso un’attività di ricerca da parte dell'utente sugli appositi motori della rete, è come se all'improvviso all'università ci venisse detto che non possiamo più prendere in prestito alcuni libri per studiare perchè sono ormai trascorsi 2 anni dalla loro pubblicazione. Una gran scomparsa di fatti come potete osservare... Faccio notare inoltre come, essendo il diritto all'oblio tutelato dalla costituzione, visto che si parla dei diritti inviolabili all'art. 2 della nostra legge fondamentale, non occorreva creare una legge apposita ma ciò da l'occasione al governo, ancora una volta, di stabilire ulteriori restrizioni alla libertà di espressione. Edward Morgan Foster diceva: "Quando arriva la conoscenza, arriva anche la memoria" ora si sta lavorando perchè ci vengano tolte sia l'una, che l'altra.

lunedì 6 luglio 2009

Le intercettazioni

Mi accingo a presentare uno dei bavagli più seri del nostro tempo: il limite posto alle intercettazioni. Questa disciplina incrociandosi con il diritto alla privacy è stata soggetta a delle limitazioni, molte delle quali comprensibili, tuttavia è innegabile che grazie alle intercettazioni ambientali è stato possibile scoprire molte cose e arrivare a condanne partendo anche da reati piccoli: infatti da questi si possono ricavare gli indizi di colpevolezza che consentono di cogliere il pesce più grosso. Il 10 giugno scorso è passato alla camera il maxiemendamento sulle intercettazioni che ha posto importanti limitazioni in materia, importanti al punto che l'Associazione Nazionale Magistrati ha parlato di "colpo mortale inflitto alla giustizia penale". Il colpo mortale si riferisce al fatto che fra le tante modifiche previste, questo nuovo emendamento prevede anche che le intercettazioni possono essere usate solo in presenza di "gravi indizi di colpevolezza" il che risulta una presa in giro bella e buona! Il termine stesso ce lo suggerisce: gli indizi sono gravi nel momento in cui la colpa è evidente; ma se ciò si verifica vuol dire che il magistrato possiede già le prove per emettere un mandato di cattura e a nulla gli servirebbero le intercettazioni!! Inoltre il nuovo emendamento permette le intercettazioni per quei reati con pene superiori a 10 anni, questo vuol dire che non si possono intercettare persone coinvolte per reati minori. Anche qui si camuffa una presa in giro: spesso a cogliere il "pesce più grosso" si arriva partendo da reati minori come l'estorsione, l'usura, falso di banconote e secondo questo nuovo emendamento ciò non sarà più possibile. Piccole eccezioni, così sono state battezzate dal governo. Piccole eccezioni che hanno l'unico scopo di gettarci fumo negli occhi! Vi annuncio una novità: di questi giorni è anche la proposta di limitare la circolazione delle informazioni su internet mascherata dalla volontà di proteggere il "diritto all'oblio". E' stata di recente presentata in parlamento un proposta di legge che, se accolta, consentirebbe di cancellare da internet tutte le immagini e i documenti relativi ai processi delle persone di modo che queste abbiano diritto all'oblio del tempo che con internet (strumento di raccolta di informazioni infinito ed eterno) non è più garantito. Ovviamente lo considero un altro bavaglio di cui mi occuperò però un'altra volta. Ora vi presento direttamente dal sito istituzionale della camera i punti del ddl sulle intercettazioni: a) Le intercettazioni richieste dal Pm non potranno piu' essere autorizzate da un solo giudice ma da un collegio di tre giudici con decreto motivato "quando vi sono gravi indizi di colpevolezza e l'intercettazione e' assolutamente indispensabile ai fini della prosecuzione dell'indagine". Stessa regola vale per le videoregistrazioni che potranno essere autorizzate solo se ci sia "fondato motivo di ritenere che nei luoghi ove e' disposta si stia svolgendo attivita' criminosa". Fanno eccezione i reati che riguardano la mafia, la criminalita' organizzata e il grave allarme sociale per i quali bastano "i sufficienti indizi di colpevolezza". I reati per i quali sono possibili le intercettazioni sono tutti quelli previsti dal codice di procedura penale (delitti non colposi per i quali e' prevista la pena dell'ergastolo, delitti contro la pubblica amministrazione con pena minima non inferiore ai cinque anni, delitti di droga, contrabbando e armi, ingiuria, minaccia, usura e molestia, materiale pornografico, reati finanziari, aggiotaggio, false comunicazioni sociali). b) Nel decreto motivato il collegio di giudici indica la durata delle operazioni di intercettazione per un periodo massimo di trenta giorni, anche non continuativo, prorogabili di altri 15 giorni. Un'ulteriore proroga puo' essere autorizzata "qualora siano emersi nuovi elementi, specificatamente indicati nel provvedimento di proroga". Per i delitti di mafia e criminalita' organizzata la durata massima sale a 40 giorni prorogabili per periodi successivi di 20 giorni entro i termini di durata massima delle indagini preliminari. c) Nei procedimenti contro ignoti l'autorizzazione a disporre l'intercettazione e' data su richiesta della persona offesa ed e' sempre consentita l'acquisizione dei tabulati telefonici "al solo fine di identificare le persone presenti sul luogo del reato o nelle immediate vicinanze". d) I verbali e i supporti delle registrazioni sono custoditi nell'archivio riservato e sono sempre coperti da segreto. Le operazioni di ascolto sono compiute mediante impianti istallati presso ogni distretto di corte d'appello e presso la competente procura o, su autorizzazione del pm, presso i servizi di polizia giudiziaria. I verbali con le trascrizioni sono immediatamente trasmessi al pm. Entro cinque giorni dalla conclusione delle operazioni vengono depositati in segreteria insieme ai decreti di autorizzazione per il tempo fissato dal pm, non inferiore ai cinque giorni. Entro quella scadenza i difensori hanno la possibilita' di prendere visione dei verbali. Quindi il pm spedisce il materiale al tribunale che fissa la data dell'udienza e procede "anche d'ufficio allo stralcio delle registrazioni e dei verbali di cui e' vietata l'utilizzazione". I risultati delle intercettazioni, inoltre, non possono essere usati in procedimenti diversi da quelle nei quali sono state disposte. e) Entro il 31 marzo di ogni anno le procure devono trasmettere al ministero della giustizia una relazione sulle spese di gestione delle intercettazioni effettuate nell'anno precedente. f) "E' vietata la pubblicazione anche parziale o per riassunto o del relativo contenuto di atti di indagine preliminare nonche' di quanto acquisito al fascicolo del pubblico ministero o del difensore, anche se non sussiste piu' il segreto, fino a che non siano concluse le indagini preliminari, ovvero fino al termine dell'udienza preliminare". Sono vietate la pubblicazione e la diffusione dei nomi e delle immagini dei magistrati relativamente ai processi penali loro affidati. In caso di fuga di notizie, il magistrato o il pubblico ufficiale responsabili di non avere vigilato sono passibili di una ammenda che va dai 500 ai 1032 euro. g) Nel ddl si parla anche di internet. Il testo introduce nel nostro Ordinamento l’obbligo di rettifica di qualsiasi articolo su richiesta della persona “offesa” entro 48 ore, pena una sanzione pecuniaria , da 7.500 a 12.000€ per tutti i titolari di “siti informatici”. Si reintroduce anche il reato di istigazione alla disobbedienza civile, con il quale sarà possibile, senza l’intervento della Magistratura, intimidire e zittire qualsiasi voce di dissenso. Così come ci vengono presentate dal governo, le intercettazioni sono un serio allarme per la privacy dei cittadini, costituiscono motivo di apprensione e fanno insorgere il dubbio che ci sia una specie di "grande fratello" della legge che ci osserva tutti costantemente. Guardando la cosa da un punto di vista realistico invece ci si rende conto che le intercettazioni sono un problema solo per chi ha qualcosa da nascondere e per quei singoli cittadini e personaggi pubblici (magari con mandati istituzionali) che sono coinvolti in affari poco leciti; per il resto della popolazione le intercettazioni costituiscono solo una garanzia di onestà e trasparenza. Quindi leggendo l'ultimo punto dell'emendamento e riflettendo su quanto sopra vi lascio con una domanda e vi invito a una riflessione: siamo in un regime di dittatura o no?